The Dark Knight

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view post Posted on 24/6/2009, 10:22
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titolo: The Dark Knight
autore (con link al profilo): Ilaria.
oggetto della recensione: l'omonimo film di Christopher Nolan, uscito nei nostri cinema ormai un anno fa, con la penultima apparizione da parte del compianto Heath Ledger
recensione: Il talento visionario di Christopher Nolan è ormai accertato, e in questo suo ultimo film ha trovato la sua valvola di sfogo, creando un universo ispirato ai fumetti Marvel a cui ha donato un'impronta completamente sua, tanto intrisa nella pellicola da non riuscire più a scindere le due parti.
I richiami al primo film non sono assenti, su tutti la volontà che muove i personaggi, diretta causa delle scelte che vengono fatte da ognuno di essi. Ma questa seconda opera sull'uomo-pipistrello di Nolan è molto più dark, cupa e amara della precedente. Il british humor viene evidenziato in brevi, rarissimi frangenti, e il resto lascia spazio alle psicologie oscure in cui il regista si addentra a piene mani. Il tono gotico più introspettivo spinge Bruce Wayne ad affrontare il suo lato oscuro, scava in profondità in ognuno dei personaggi, tutti contrassegnati dall'ambiguità.
Così troviamo Bruce in un bivio della sua vita. La maturità acquisita con il primo film (il ragazzo egocentrico accecato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta è diventato un uomo in pace con il proprio passato) lo aiuterà ad affrontare l'anarchia rappresentata dal Joker (un villain per eccellenza, totalmente instabile, abituato a non seguire alcuna regola) e la stessa propria instabilità. Più di un supereroe è un attore (che si tratti di interpretare un playboy incallito o un navigato uomo d'affari), che si fregia della maschera di Batman per impedire a chiunque di guardargli dentro.

Un ritorno alle origini per questo film dove gli eroi scelti dagli stessi cittadini per proteggere la città vengono segnati e tentati dal Male nelle proprie scelte esistenziali. Primo fra tutti uno fra i personaggi più interessanti fra entrambi i lavori di Nolan: Harvey Dent, alias Due-Facce, segnato da un Male che voleva sinceramente combattere, ma con cui finisce per dialogare in un'eterna sfida fatta di continue tentazioni alla vendetta e alla violenza. Un personaggio di cui il regista si serve per trascinare lo spettatore in un vortice di oscurità ed anarchia, i fantasmi che sembrano più inquietanti alla società moderna occidentale. Il suo intento è quello di farci affondare le mani in questo male oscuro, così come succede ai "suoi" personaggi, ai quali vengono restituite, come in un diabolico riflesso, domande inedite sull'uso dei propri poteri.
E in cima a tutto questo male e a questa oscurità si pone lui, il villain per antonomasia: il Joker. Presentato in modo inequivocabile (la sua intera figura che si staglia imponente e che prende possesso della maggior parte dello schermo possibile, la visuale da dietro che ne cela l'identità senza però che sia possibile sbagliarsi su chi sia precisamente quell'uomo che se ne sta ritto in piedi, con una maschera da clown stretta nella mano sinistra, il capo chino, ma non sottomesso), è lui, con il suo volto deturpato e tinto dei colori della follia, l'entità assoluta e terrificante che sembra voler ricordare a Gotham e al mondo intero il peggior lato di sè: l'avidità assoluta e senza limiti di qualcosa ben peggiore del denaro, la violenza, la sete di potere, l'indifferenza verso il prossimo (che viva o che muoia), una vita senza regole e senza limiti. Joker è la personificazione di tutti i lati più dark e oscuri celati nell'animo umano, spogliati di ogni vena di razionalità ed umanità, e in questo nuovo film è il centro focale di un mondo che sempre più scivola nel caos e che ha bisogno di eroi che non riesce a trovare. E' un personaggio malato e terribilmente lucido, che non lascia scampo a personalità deboli e facilmente malleabili, pericoloso perchè imprevedibile, anarchico e senza limite alcuno. Non ha un percorso emotivo, una crescita personale, la storia non racconta delle sue origini, ma della crescita del suo potere. Ed è anche quest'aura di mistero custodito gelosamente (gli accenni -tutti fasulli- di Joker stesso a come si sia fatto quelle cicatrici sulla faccia) a renderlo una figura terrificante. Il suo scopo ultimo si scopre essere quello di dare prova dell'anima oscura che si cela nel vulnerabile animo di ognuno di noi, arrivando ad inscenare un serrato duello con Batman nel tentativo di trasformare l'eroe cittadino nel proprio assassino, per mutarlo da anima nobile ad omicida e raggiungere così una perversa vittoria personale.
Heath Ledger in questa interpretazione è da pelle d'oca.
Rimpianti ed inutili piagnistei a parte, quello che ci troviamo di fronte è un uomo, un attore lontano anni luci da colui che ci siamo trovati di fronte solo pochi anni prima in Brokeback Mountain, quella bestia selvatica di Ennis Del Mar. Ritroviamo invece il suo volto ed il suo sorriso al servizio di un'interpretazione sentita, vissuta sino al midollo, che non lascia spazio ai "se..." o ai "ma...". Il nuovo Joker, psicopatico senza regole nè limiti, è ormai già impresso nell'immaginario collettivo di questa nuova generazione. Un Joker vivo, reale, anarchico e terrificante, l'anima trascinante del film insieme al quasi impeccabile lavoro del regista, capace di migliorarsi da un precedente lavoro già ad ottimi livelli registici.
L'aggiunta e il ricambio di alcuni fra gli attori del cast è un fattore che contribuisce pesantemente. Così, ai riconfermati Christian Bale (che si fa davvero notare), Gary Oldman (che dire di lui?) e Michael Caine, vediamo arrivare una splendida Maggye Gyllenhaal (il cui arrivo, insieme alla scomparsa di Katie Holmes dal film, è una vera manna dal cielo), un impressionante Aaron Eckart e il mai come ora compianto Heath Ledger, che ha creato con il suo Joker un vero mostro. Una rosa di attori che rendono un possibilmente pesante (per chi regge poco il genere, magari) film di quasi due ore un serrato duello di interpretazioni.
 
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