The Curious Case of Benjamin Button

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view post Posted on 24/6/2009, 10:34
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titolo: The Curious Case of Benjamin Button
autore (con link al profilo): Ilaria.
oggetto della recensione: il film con Brad Pitt e Cate Blanchett, in uscita questo mese in dvd
recensione:My name is Benjamin Button, and I was born under unusual circumstances”.
Tutto parte da qui, da questa frase.
Dopo un’introduzione pesantemente lunga inizia la storia di questo personaggio, nato nella contraddizione e cresciuto nell’amore. Quello vero, quello puro, che non accetta compromessi né pregiudizi, non ha paraocchi e non guarda in faccia nessuno. Quello totale.
E’ una storia d’amore, la storia di una vita vissuta nella solitudine più cupa e vera, ma comunque vissuta intensamente e degnamente. Un inno al vivere come ci è dato e concesso di fare, al meglio delle nostre possibilità, cercando di non rimpiangere alcunché.

La prima scena, quella che apre le porte alla storia, è emblematica nel suo svolgersi: un padre a cui scoppia nel petto il dolore per la morte della moglie e per un figlio nato mostruoso che vaga, accecato dalla furia, tra la folla che riempie le strade, in festa.
E questo film, effettivamente, sembra essere il concetto stesso della contraddizione e dell’apparire. A partire dal personaggio, che cresce giovane ed ingenuo in un corpo da vecchio, ed invecchia in un corpo giovane. Ed i continui rapporti che questo bambino ha con i personaggi che ne costellano l’esistenza: da Elizabeth Abbott, che dichiara “tu mi fai sentire più giovane” carico di significato. Dal padre, Mr. Button, e quello strano rapporto d’amicizia. Entrambi vecchi, uno nel corpo, l’altro nello spirito. Uno porta nel cuore la certezza della morte, l’altro la speranza della vita.
Sino ad arrivare a Daisy, l’unica persona che per età gli è veramente vicina. Un incontro a metà strada atteso tutt’una vita. Due anime che vivono per incontrarsi. Il tutto scandito dai ritmi del tempo che passa, e non necessariamente avanza. Scandito dal tempo, dal cambiamento e dalla solitudine.

Un personaggio, quello di Benjamin, alla continua ricerca di una guida sicura, che lo accompagni in un mondo che non conosce e che, inizialmente, gli è precluso dalla protettiva madre. E così l’inizio della sua vita è costellato da personaggi totalmente diversi fra loro, a cui lui si appoggia, donando completa e cieca fiducia. E sono questi personaggi che aiutano Benjamin a scoprire la vita. Ognuno gli dona qualcosa in cui credere, un modo di vedere la vita diverso da tutti gli altri. Da bambino vecchio e impaurito dall’idea di ciò che gli è sconosciuto, grazie a loro diventa un giovane uomo cosciente delle proprie possibilità, capace di comprendere quali siano i propri obbiettivi e trovare un modo per raggiungerli. Dopotutto, Benjamin non è poi così diverso da noi tutti altri.
Brad Pitt meraviglia in questo ruolo. Un’interpretazione basata sugli sguardi, sulle movenze del corpo. La comunicazione è riservata soprattutto agli occhi, al loro modo di comunicare e vedere il mondo, gli altri, sé stesso.
Cate Blanchett non l’ho mai vista tanto bella. Era folgorante in tutta la sua algida e perfetta bellezza. Un personaggio che basa tutto sull’impressione, ma che dentro di sé cova una grande incertezza: verso sé stessa, verso la vita che la circonda e che non sa come vivere appieno. Solo con l’arrivo di Benjamin e dell’amore che sino a quel momento non era ancora arrivata a provare la si vede diventare donna in modo completo.

Avrei tralasciato il personaggio adulto della figlia di Daisy, mal caratterizzato e senza una reale importanza e necessità nei riguardi della storia. Una donna anonima, insipida ed apparentemente piagnucolosa, che non sa farsi ascoltare dagli altri, nonostante il suo bisogno di sfogarsi con qualcuno sia ben chiaro.

Magnifica e spettacolare in tutta la sua crudeltà. La scena della guerra porta brutalmente una realtà dura nella vita di Benjamin. La regia è meravigliosa. Sembra, quel momento, di viverlo su quella nave, insieme a quei marinai che stanno per perdere tutto. Una ferocia disarmante che non dà possibilità di indietreggiare da tutto ciò.

Il trucco e la fotografia sono curatissimi. Soprattutto la seconda, che segue fedelmente lo svolgersi delle scene ed il racconto, adattandosi ad essi. Ogni epoca ha i suoi colori, le sue inquadrature, la sua personale caratteristica che la differenzia dalle altre.
Ciò che invece spicca in negativo è il doppiaggio: il sincrono audio-labiale è pessimo, e già dal trailer originale si capisce chiaramente che i traduttori NON sono nati per fare quel lavoro.

Un film ricco e carico di significati, costellato di grandi interpretazioni e da una regia d’applausi.
Consigliatissimo.

Voto: 8.
 
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arwen´
view post Posted on 24/6/2009, 15:02




E anche qui sono completamente d'accordo con te ** devo dire che in Benjamin Button Brad Pitt mi è proprio piaciuto.
L'unica cosa: terribilmente lungo. E al contrario di Australia, specialmente per quel che riguarda la parte iniziale, questo l'ha reso un po' pesantuccio, a mio parere.
 
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1 replies since 24/6/2009, 10:34   137 views
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