Not a line.

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Shàllàlàlà Polly
view post Posted on 2/7/2009, 18:54




titolo (dell'opera nella sua interezza): Not a line, ma è provvisorio..
titolo capitolo: Nessun nome
capitolo n. 1
autore (con link al profilo): Shàllàlàlà Polly
genere (es. fantasy, introspettivo, ...): Romantico, diventerà di 'fantascienza' più avanti...
racconto:
1
Guardavo quelle persone e mi chiedevo come riuscissero a guardarsi e sorridere.
Quando ero io ad osservarli non vedevo altro che falsità, inganno, e la cosa peggiore: l’odio.
Queste sono le caratteristiche che tutti abbiamo, anche se in quantità diverse, e ci piace dimostrarle in modo diverso.
Passavo le mie giornate nei più grandi parchi di Londra, raffigurando le persone, le loro azioni, i loro sentimenti, seduta sul solito tronco d’albero improvvisato a panchina con un blocco da disegno sulle cosce ed una matita, e le cuffie nelle orecchie.
Ogni tanto percepivo la gente guardarmi, probabilmente chiedendosi cosa ci facessi lì, da sola sempre con quel blocco e senza mai parlare con nessuno.
La maggior parte delle persone che si trovavano in quei posti erano adulti con i loro bambini, con i loro fidanzatini, o con i loro cani, che nascondevano i loro problemi dietro un falso sorriso, per far credere ai loro figli o chiunque gli fosse a fianco che in questo mondo esiste anche la felicità. Sperando che anche loro stessi si riescano a convincere che non c’è nessun problema. Ma non era così.
Anche se ero giovane, 17 anni compiuti da un mese, era già da tempo che avevo capito la verità della vita.
Nel mio sguardo non c’era più quella luce che alloggia nella maggior parte dei teenager di questo secolo. I miei occhi erano vuoti, pieni di rancore e indifferenza verso la vita. Quella vita che mi aveva tolto tutto.
Persi la voglia di sorridere il giorno che i miei genitori e i miei nonni mi lasciarono per sempre, grazie ad un fottutissimo tir fuori controllo, e fui costretta ad andare a vivere in un posto che sembra la reincarnazione della Falsità e dell’Ipocrisia.
Persone completamente indifferenti alla mia presenza.
Probabilmente questa indifferenza era anche colpa mia. Sin dal primo momento avevo li avevo rifiutati: erano persone che non conoscevo. Io volevo solo i miei genitori ormai scomparsi. Chi erano loro per permettersi di prendere il loro posto? Proprio nessuno, perciò iniziai a considerarli come tali.
Ero ancora in questa famiglia solo perché loro erano magnifici attori che riuscirebbero ad ingannare anche Dio, se questo esistesse, facendo apparire la nostra vita felice e senza nessunissimo problema. Tutto questo solo per beccarsi un maledetto assegno dello stato.
E inoltre mi aggiungevo anche io a reggergli lo show, poiché non mi sarebbe piaciuto essere la figlia di decine e decine di famiglie.
Facevo il conto alla rovescia fino al giorno del mio diciottesimo compleanno perché sarebbe stato in quel preciso giorno che avrei lasciato quella casa, quella città, quel paese.
Speravo di poter rincominciare da zero, anche se questo era comunque impossibile, perché niente e nessuno mi avrebbe ridato la mia vera famiglia.
Stufa di guardare quella scena, mi alzai disgustata da quel mondo.
L’aria d’ottobre si faceva ben sentire sulle mie gambe quasi scoperte grazie alla minigonna nera sulle mie cosce pallide, ma il freddo mi piaceva, mi faceva sentire a casa.
Il lettore mp3 a tutto volume era la sola cosa che riusciva a farmi sorridere ogni tanto. I temi trattati dalle canzoni rappresentavano l’unica voce della verità di questo mondo. I cantanti potevano anche essere i più complessati della Terra, ma quando si concentrano sono gli unici che hanno coraggio di dire le cose come stanno. Era per questo che ero molto più affezionata alla musica che alle persone che mi stavano attorno.
Con una sola eccezione. Lui.
Nick era il mio migliore amico, vicino di casa, compagno di banco a scuola e fratello a volte.
Lui era l’unico che riusciva a guardare il mio viso tondo e pallido senza pensare che fossi un’aliena venuta da Marte; l’unico che capisse quando ero triste solamente guardando nei miei occhi verdi.
Ma, purtroppo per lui, riuscivo a vederlo come niente più di un amico.
Per lui non era proprio così. Mi confessò il suo amore per me tre mesi fa, dopo una rara giornata di risate al Luna Park.
Stavamo passeggiando verso casa quando decise che volle parlarmi. Sebbene già altre volte mi aveva fatto capire che per lui ero molto più di una amica, io non avevo mai realmente aperto gli occhi, o non ha voluto aprirli.
Mi disse tutto ciò che già sapevo ma non volevo accettare. Mi amava, ma io non amavo lui. Avevo abbandonato per sempre alla felicità ed ero convinta che nemmeno con lui sarei riuscita a riaverla.
Alla fine di quel discorso mi disse che non voleva mettermi fretta e che non dovevo promettergli niente. Voleva soltanto che io sapessi come fossero le cose e si sentiva di dirmele.
Ma da quel giorno qualcosa dentro di me è cambiato. Non vedevo più Nick come l’amico che conoscevo da quando ero andata a vivere in quella famiglia, l’unico che mi era stato accanto nei momenti bui, l’unico che, stranamente, non avevo rifiutato.
No. Lo vedevo come un ragazzo. Mi sentivo una stupida per essermene accorta solo in quel momento, ma più ci pensavo più vedevo Nick come un ragazzo bello.
La sua carnagione stranamente olivastra per un ragazzo che ha sempre vissuto in Inghilterra, che però calzava a pennello con i suoi occhi neri e i suoi capelli ricci e arrufati.
Grazie alla sua carriera da attaccante nella squadra di calcio della scuola, il suo fisico era leggermente scolpito da muscoli derivati da anni e anni di allenamento.
Molte ragazze della mia scuola gli facevano il filo e guardavano me con gelosia perché ero sua amica, ma non gli davo affatto peso.
Quasi ogni sera pensavo a cosa potesse succedere se tra me e lui succedesse qualcosa.
All’inizio erano più i contro che i pro, ma ogni sera le cose cattive andavano scemando per lasciare posto a quelle buone, e sempre più dubbi nella mia testa.
Durante quest’ultima settimana mi ero convinta. Convinta, o quasi, a cominciare con lui qualcosa di serio, qualcosa che, magari, potesse durare. Volevo provare.
Sarebbe stato per me il mio primo ragazzo. In genere i maschi della mia scuola (la mia unica fonte di vita sociale) stavano alla larga da me, vedendomi come un tipo chiuso e che non da confidenza a nessuno, nessuno tranne a Nick appunto.
Non ero nemmeno in grado di pensare se potevo interessare a qualcuno; non mi ero mai soffermata a pensare se potevo essere bella.
Al contrario di me, lui di ragazze ne aveva avute, ma sempre storie da poco, come mi raccontava lui.
Sinceramente, odiavo quando Nick si metteva con qualche ragazza. Lui era il mio vero punto fermo, e quando stava come una ragazza rimanevo sola, di nuovo. Dentro di me capivo di essere egoista a pensarla così, ma non potevo farne a meno.
Ma da quando mi aveva confessato i suoi sentimenti non lo avevo visto mostrare interesse per nessuna ragazza. Forse in passato aveva deciso di avere delle relazioni per vedere se mostravo qualche segno di gelosia o altro, ma io e i miei occhi chiusi non vedevamo niente di niente.
Sentii il cellulare vibrare e capii che era lui. La mia famiglia non mi chiamava mai. Non le interessava dove fossi, e altri amici non ne avevo.
Come mi aspettavo, era lui. Mi aveva mandato un messaggio dove diceva che questa sera avrebbe tardato un po’. Perfetto, avrei avuto più tempo per pensare.
Ogni sera Ni entrava nella mia finestra e restavamo in camera mia o salivamo sul tetto per parlare, bere, fumare, ascoltare musica o quello che ci sentivamo di fare. Di solito veniva alle 22.30 e stavamo fino all’ 1 o a volte le 2. Ci divertivamo. Ogni tanto potevo permettermelo, anche se più volte non ero molto in me stessa grazie all’ alcol o la marjuana.
Non era un problema che venisse più tardi e risposi al suo messaggio.
No, non è un problema se fa tardi. Avrò più tempo per riflettere.
 
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MaNu Coo
view post Posted on 2/7/2009, 20:39




Nel contesto non è male... ci sono alcuni errori e imperfezioni, ma sono più che altro di distrazione... è bello dai =) continua ^^
 
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Shàllàlàlà Polly
view post Posted on 2/7/2009, 21:08




Si, infatti .-. Ho il bruttissimo vizio di non rileggere quello che scrivo .__. quando incomincio non mi fermo insomma xD
 
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MaNu Coo
view post Posted on 2/7/2009, 22:18




vabbè ma come idea mi ha colpito ^^ è bello =D hai letto il mio Starlight? non è niente in confronto a quello che scrivete voi... ^^
 
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boleyn`
view post Posted on 2/7/2009, 22:21




a me è piaciuto molto invece *_* una storia scorrevole, facile da leggere e coinvolgente, complimenti
 
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Shàllàlàlà Polly
view post Posted on 2/7/2009, 22:23




CITAZIONE (MaNu Coo @ 2/7/2009, 23:18)
vabbè ma come idea mi ha colpito ^^ è bello =D hai letto il mio Starlight? non è niente in confronto a quello che scrivete voi... ^^

Avevo in programma di leggermi tutte le cose presenti non appena avessi rifatto la firma...ora che l'ho rifatta, mi fiondo xD
CITAZIONE (boleyn` @ 2/7/2009, 23:21)
a me è piaciuto molto invece *_* una storia scorrevole, facile da leggere e coinvolgente, complimenti

** ma crazieeee
 
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MaNu Coo
view post Posted on 2/7/2009, 22:26




Non ho detto che non è bello, anzi ^^ mi è piaciuto molto...
 
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Shàllàlàlà Polly
view post Posted on 7/7/2009, 22:13




Posto il secondo capitolo? °°
 
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arwen´
view post Posted on 7/7/2009, 22:26




Ovvio che sì! U__U sto ancora leggendo il primo ma vai, diamine! xD
 
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Shàllàlàlà Polly
view post Posted on 7/7/2009, 22:28




xD aggiorno il primo post o scrivo quì? lOl
 
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arwen´
view post Posted on 7/7/2009, 22:37




'-' ma che ne so xD posta qui, credo vada bene :sese:
comunque l'ho finito xD devi continuare *-* ah e voglio sapere dove è ambientata u.u
 
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Shàllàlàlà Polly
view post Posted on 7/7/2009, 23:01




SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Passavo le mie giornate nei più grandi parchi di Londra

xD


2
Rientrai a casa ancora con la testa piena di pensieri.
Come al solito nessuno mi badò, e questa volta fu un bene.
Prima di tutto andai in cucina a dire a Emily, la mia tutrice, di non avere appetito e quindi non avrei cenato.
Emily era una delle tipiche donne inglesi. Portava i suoi quasi 45 anni bene. Le rughe del viso erano leggermente accentuate ai lati delle labbra e sulla fronte alta e spaziosa. Faceva visita quasi ogni due settimane al suo parrucchiere per mantenere i suoi capelli biondi e perfettamente composti. Avevo persino sentito dire dalle sue amiche che i suoi tratti somigliassero molto a quelli di Lady Diana, ma io, personalmente, non vedevo alcuna somiglianza.
Gli occhi di Emily erano di un marrone molto scuro, situati sopra un naso che poteva essere perfetto, se non vi fossero state quelle due piccole gobbe. Era comunque una bella donna, questo si doveva dire.
Salendo le scale sentivo lo stomaco pieno, anche se di farfalle. Mi ci voleva assolutamente una doccia bollente. Quando ero confusa mi aiutava molto: l’acqua bollente sulla mia pelle mi aiutava a pensare, e mi è sempre stato utile, anche se in situazioni un po’ diverse.
Prima ancora di entrare in camera andai in bagno ad aprire l’acqua per farla scaldare, così andai in camera per spogliarmi e, come se non ne avessi avuto abbastanza di musica, presi lo stereo senza nemmeno guardare che CD ci fosse all’interno.
Il bagno era già diventato tutta una nube di vapore quando entrai. Collegai velocemente lo stereo e spinsi Play, per poi entrare in doccia.
Se non fosse stato per il fatto che ero già completamente bagnata quando partì la prima canzone sarei corsa a cambiare il disco.
Quello che vi era all’interno era un misto dei Funeral For A Friend, una delle mie band preferite, che mi aveva regalato Nick una settimana dopo avermi detto tutto. La prima canzone era Juneau. Non saprei dire se fosse stato un caso che l’avesse messa per prima nella lista, ma le parole “And I’m nothing more than a line in your book” che venivano ripetute nel ritornello mi davano da pensare.
Quando ascoltai per la prima volta il CD, dai miei occhi scesero lacrime di tristezza. Con il mio rifiuto lo stavo facendo soffrire, e molto più di quanto dava a vedere.
Speravo con tutto il cuore che non la pensasse così, che per me lui non era niente, perché lui per me, qualunque fosse il nostro tipo di relazione, era molto più di una linea. Lui era l’unico che dall’inizio mi era stato vicino, capiva quando era il momento in cui volessi stare sola o quando avevo un bisogno disperato di lui. Lui c’era sempre. Anche quando non lo volevo. Non esageravo affatto quando dicevo che era tutta la mia vita.
Si. Lui era tutto.
Forse fu quel mio ultimo pensiero a farmi capire cosa avrei dovuto fare quella sera; quello che avrei dovuto fare già da molti mesi.
Anche se avevo preso la mia decisione, restai ancora dentro la doccia. Avevo tempo, almeno così credevo.
Non mi resi conto di quanto tempo era passato quando finalmente uscii dalla doccia; entrai in camera in accappatoio e per poco non feci un urlo.
Allungato sul mio letto c’era una sagoma che mi fissava. Con la luce spenta mi era completamente difficile capire chi fosse e, solo quando la accesi vidi che era lui, e mi rassicurai.
<<avevo detto che avrei fatto tardi, ma non un ritardo così eccessivo.>> , mi disse a mò di saluto, sorridendo. Guardai l’orologio sopra la mia scrivania e risi un po’ agitata vedendo che erano le 23.30.
<<ciao anche a te Ni.>>, era così che lo chiamavo io.
All’improvviso realizzai di essere in accappatoio, e lui era sul mio letto, e questo mi fece arrossire le guance. Forse lui non aveva fatto caso al mio abbigliamento perché quando notò il colorito delle mie guance rimase perplesso. Con la mano gli feci notare i miei abiti e scoppiò a ridere.
<<capisco che è tardi, ma di solito fino a quest’ora riesci a rimanere con il cervello collegato!>>, gli dissi per scherzare, poi presi il pigiama e il resto e tornai in bagno.
Quando rientrai, senza dirci niente salimmo sul tetto.
Rimasi silenziosa per un po’, nonostante lui cercasse sempre di iniziare una discussione, e capì subito che c’era qualcosa che mi preoccupava. Rimase in silenzio per forse 5 minuti, poi finalmente mi chiese cosa avessi in testa.
Feci un sorriso timido e arrossii di nuovo.
<<lel, vuoi restare sola? Se vuoi torno a casa…>>. A quelle parole tornai in me.
<<no, no. Assolutamente. Scusa, sono solo un po’ pensierosa.>>. Benché cercò di non farmelo notare, il suo sguardo tradiva curiosità, perciò non aspettai troppo a continuare, anche se con un filo di agitazione, che non riuscivo a spiegarmi. Sapevo i suoi sentimenti verso di me, perciò non temevo un suo rifiuto, ma allora perché non riuscivo a guardarlo negli occhi?
<<beh, da dove comincio?>>, chiesi retoricamente, per poi finalmente alzare gli occhi verso di lui. <<vedi Ni, in questa settimana ho riflettuto molto…>>, feci una piccola pausa e continuai <<…su quello che mi dicesti 3 mesi fa.>>
Si irrigidì di colpo, forse immaginando che gli stessi per dire qualcosa di brutto. Lo rassicurai con un sorriso timido e continuai.
<<non so cosa mi abbia aperto gli occhi così di punto in bianco, ma ho capito che per me sei più del mio migliore amico, che per me sei più importante di qualsiasi altra persona al mondo. Mi sarebbe piaciuto averlo capito subito, sia per il tuo bene che per il mio, ma come sai sono un po’ lenta su queste cose…>>, mentre parlavo vidi spuntare un sorriso di pura felicità sul suo viso, quel gesto mi fece coraggio, quindi feci un bel respiro e continuai.
<<quello che sto cercando di dire è che per me sei la persona più importante della mia vita, non posso vivere senza di te. Voglio stare con te, per sempre.>>, ed insieme a quest’ultima frase una piccola lacrima di gioia e commozione scese dal mio occhio.
<<oh, Lel.>>, quelle furono le sue uniche parole, dopodiché mi portò la mano dietro la nuca per avvicinarmi a sé e baciarmi. Chissà da quanto tempo l’aveva aspettato, desiderato. Ricambiai il bacio senza un minimo di esitazione.
Era quello che volevamo entrambi, e mi pentii subito di aver aspettato così tanto ad aprire gli occhi. Mentre le sue labbra cercavano avide le mie, mi sentivo bene, completa, come mai in tutta la mia breve vita.
Fosse stato per me sarei stata tutta la notte a baciarlo, ma dopo non so quanto tempo staccò le sue labbra dalle mie per guardarmi negli occhi, che piano piano si erano colmati di lacrime di gioia.
Poi finalmente parlò.
<<non fraintendere la mia domanda, ma, cosa ti ha fatto decidere?>>, mi chiese dopo qualche istante di sillenzio.
Lentamente, andai a prendere la sua mano e incrociare le mie dita alle sue, con un sorriso.
<<non c’è una cosa precisa, ho iniziato a pensarci un po’ di tempo fa. All’inizio c’erano più pro che contro, ma pian piano i contro sono spariti. Poi quando ero dentro la doccia prima, stavo ascoltando Juneau, e tutto mi è sembrato più chiaro. Tu sei tutto il contrario di una stupida linea nel mio diario: tu sei la persona più importante della mia vita, l’unico a cui tengo veramente, l’unico di cui non farei mai a meno>>. Feci una lunga pausa, che poi fu seguita da un sospiro gioioso.
<<ti amo.>>. Quelle due parole, uscirono dalle mie labbra senza che io me ne accorgessi realmente, ma ringraziai il cielo che il mio inconscio avesse deciso di agire per me.
Detto questo mi abbracciò e mi sussurrò all’orecchio: <<anch’io ti amo. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.>>
Lo baciai ancora, ed ancora per una quantità di tempo indefinita.
Poi un brivido di freddo mi cosparse il corpo, e sciolse l’abbraccio dicendomi: <<È ora di rientrare, su.>>
di tutta risposta, lo abbracciai di nuovo, stringendolo più forte a me.
<<non voglio che tu te ne vada, non preoccuparti, è stato solo un brivido.>>
<<non me ne andrò. Se vuoi posso rimanere con te stanotte.>>
<<È ovvio che voglio. Dai andiamo.>>
Gli diedi un rapido bacio e sciolsi l’abbraccio, ma lasciando sempre le nostre mani intrecciate, e scendemmo in camera.
Una volta rientrati, ci mettemmo a letto, di nuovo l’uno abbracciato all’altro.
L’idea che Emily o Jordan potessero entrare non mi sfiorò minimamente; non l’avevano mai fatto. In nessun caso.
Per un po’ di tempo rimanemmo a sussurrarci parole dolci, guardandoci negli occhi e sorridendo, poi il sonno prese il sopravvento, e ci addormentammo.
Sabato 29 ottobre. Ricorderò per sempre questa data. Quello fu il mio unico pensiero prima di addormentarmi.
 
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arwen´
view post Posted on 7/7/2009, 23:06




SPOILER (click to view)
Oddio sono ufficialmente un'idiota xD

Ora leggo u.u vedo dei dialoghi, ottimo. xD
 
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Shàllàlàlà Polly
view post Posted on 7/7/2009, 23:24




xD *me aspetta giudizio*
 
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arwen´
view post Posted on 8/7/2009, 00:03




*-* maccheccarini!
Non vorrei far di nuovo la figura dell'idiota, ma..come si chiama lei? °° non dirmelo, c'è scritto già da qualche parte?xD insomma, Lel è un diminutivo? u.ù
Ma sai una cosa? Mi hai ispirato. Ora butto giù qualcosa di quel progettino che avevo in mente da un po' u.u grazie!

Comunque, mi piase *o* ma voglio vedere la fantascienza anche. xDD
 
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17 replies since 2/7/2009, 18:54   432 views
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